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Category: idee imprenditoriali (page 2 of 7)

Piccola guida per gli startupper che mirano alla Silicon Valley (visto, esperienze, consigli)

Molto spesso gli startupper italiani si lamentano dell’ambiente sfavorevole che trovano nel nostro Paese e puntano il prima possibile a trasferirsi negli USA, che da sempre incarnano il sogno della terra delle opportunità.

Personalmente non ho mai seguito in prima persona delle startup negli USA quindi sarebbe scorretto scrivere un articolo cercando di evidenziare le differenze. In questa sede, invece, segnalerò due o tre articoli da consultare e persone da seguire per capire intanto quali sono le vere differenze tra il nostro Paese e gli USA, e poi per comprendere realmente quali sono le opportunità o le difficoltà dell’emigrazione. Il citare delle fonti inoltre garantisce a tutti i lettori di scegliere il grado di approfondimento con cui affrontare questo importante tema.

Persone che sono partite dall’Italia e hanno aperto una startup negli USA

Se consideriamo (giustamente) anche gli italiani emigrati negli Stati Uniti d’America a metà del secolo scorso il numero di imprenditori di origine italiana negli USA è davvero alto.
Dal punto di vista delle startup digitali una delle persone più note è senza dubbio Marco Marinucci, laureato a Genova è stato poi assunto da Google per una decina di anni fino a quando, pochi mesi fa, si è dimesso per portare avanti alcuni progetti personali tra cui la fondazione di Mind the Bridge che si occupa proprio di creare un ponte tra Italia e USA favorendo l’incontro tra aspiranti imprenditori italiani e VC americani.

Meno recentemente un altro italiano che ha fatto fortuna negli USA è senza dubbio Pierluigi Zappacosta (che ha fondato la Logitech). La lista sarebbe molto lunga da fare e segnalo questi due articoli per farvi un’idea di chi siano queste persone e di come, in moltissimi casi, siano persone comuni il cui successo è arrivato grazie ad una forte ispirazione e una cieca fiducia in se stessi:

Come entrare legalmente negli USA come imprenditore

La politica di immigrazione negli USA (come è ben noto) è molto selettiva e segue delle regole estremamente rigide. Per comprendere quali siano queste regole potte fare riferimento al sito dell’Ambasciata americana in Italia oppure al sito della Polizia di Stato (italiana). Se prima di gettarvi a capo fitto tra i vari tipi di visto volete fare una valutazione a grandi linee di quali siano le opportunità di ingresso deli USA per imprenditori, troverete molto utile questa inforgrafica (realizzata dal sito Funders and Founders). Leggete anche l’articolo originale per una descrizione più dettagliata.

USA startup visa

Ancora una volta ricordo che, naturalmente, al di là di quanto riportato in questo articolo, quello che fa fede è quanto indicato nelle fonti ufficiali (per esempio sito del Dipartimento di Immigrazione e cittadinanza americano), l’infografca prendetela con le pinze.

Altre nazioni, tra cui il Canada secondo quanto segnalato da Reuters.com , sono interessate alla creazione di un visto particolare per favorire l’ingresso di neo imprenditori. Tenete d’occhio questo rumors se siete interessati.

Come si vive da immigrato negli USA in Silicon Valley?

Per quanto mi riguarda il sito di riferimento per quanto riguarda la vita da emigrato dall’Italia resta Italiansinfuga dell’amico Aldo, dove potete trovare molte testimonianze di pesone che hanno lasciato il nostro Paese in cerca di fortuna all’estero. Segnalo alcuni articolo interessanti ma ce ne sono moltissimi altri da leggere:

Potete naturalmente contribuire a questo articolo segnalando notizie o fatti interessanti, raccontare la vostra esperienza o, semplicemente condividere il link sui social network cercando di attirare persone che possano fare utili e costruttivi commenti.

Un aiuto con i propositi per il nuovo anno

Inauguriamo il 2013 con un video che spero vi aiuterà a scrivere i vostri buoni propositi per il nuovo anno. Il video è stato caricato su YouTube dall’account di GrassHopper e segnalato recentemente dagli amici di Funders and Founders.

Qualche riflessione su come iniziare un’attività

Concludo questo interessante 2012 (prima delle vacanze natalizie) con un articolo un po’ anticipo, ma che spiega quale dovrebbe essere secondo me l’aproccio corretto a tutti coloro che desiderano iniziare un’attività autonoma, e finalmente aprire il cassetto per tirare fuori il sogno chiuso a chiave da parecchio tempo.

A parte le mille tecniche di management che ogni settimana vengono descritte qui sul blog, la validità dell’idea, a mio parere, resta una questione fondamentale come altrettanto importante è la capacità di deviare la rotta una volta che l’attività è iniziata. Considerate che moltissime grandi aziende di oggi sono partite con un core business diverso da quello attuale (per esempio Nokia, IBM, General Electric e addirittura Apple). Una volta iniziata l’attività in un settore vi saranno subito chiari moltissimi aspetti che prima  avevate ingorato ed anche le varie opportunità che vi si presenteranno saranno l’occasione per aggiustare la rotta pianificata nel business plan originale. Qualsiasi sia il settore nel quale intendete buttarvi, è probabile che qualcuno vi abbia preceduto, quindi l’approccio con il quale intendete realizzare la vostra soluzione ai problemi del cliente è molto importante. Questo è un punto su cui molti sbagliano. Per esempio pensate a quante startup esistono con lo scopo di sviluppare applicazioni legate al photo editing per smartphone? Tantissime e sono notevolmente aumentate dopo l’acquisizione di Instagram da parte di Facebook. E’ ovvio che cercando di fare un clone di Instagram è praticamente impossibile raggiungere il successo, dato che il mercato è ampiamente presidiato da Flickr ed Instagram (con due segmenti e due approcci di business competamente diversi). Allora perchè non valutare le reali esigenze dell’utente e trovare una soluzione che ancora non esiste? Ad esempio considerate quante persone a casa hanno vecchi album di fotografie ingiallite, attaccate male e con sopra la pellicola lucida che ormai è una cosa unica con la foto e non si riesce più a togliere. Perchè non fare una applicazione che consenta di scattare una foto con il cellulare e trasformarla in digitale correggendo i difetti della cattiva conservazione degli ultimi 20-30 anni? Magari abbinandogli un piccolo social network dove è possibile caricare tutto l’album e condividerlo con parenti ed amici. Che io sappia non esiste una startup del genere e dato che cercando su Google non appare tra i primi 20 risultati anche se esiste non credo che stia facendo un buon lavoro!

Think dream big

Il secondo punto sul quale voglio fare chiarezza è lo scopo della vostra attività. Da quando è esplosa la moda delle startup leggo quotidianamente commenti di persone che, usando un lessico da teenager rappettone 😉 , raccontano di aver fatto pitch qua e là e descrivono le loro idee. Deve esservi chiaro che lo scopo di tutto il vostro lavoro deve essere creare dal nulla un prodotto/servizio e, nel più breve tempo possibile, raggiungere uno stato in cui le entrate superano le uscite. Leggendo sui social network e parlando con varie persone mi pare che in pochi abbiano chiaro questo obiettivo e mirino invece a fondare la propria iniziativa che non ha e non avrà mai altre entrate se non quelle degli sventurati investitori che decideranno di offrire loro dei capitali. Tolti i vari bandi a fondo perduto degli enti regionali o nazionali, considerate che i VC vi offrono dei capitali con il solo scopo di rientrare, nel giro di qualche anno, nella spesa fatta e con ampi margini. Vi offrono 100 perchè pensano che dopo qualche anno potranno rivendere la vostra società guadagnandoci 400, tenuto conto di un rischio di fallimento molto alto.

In a startup, absolutely nothing happens unless you make it happen.  - Marc Andreessen

Il terzo ed ultimo punto riprende un po’ il secondo. Tenuto conto che lo scopo è quello di creare qualcosa da zero, è evidente come le competenze del team devono essere sia gestionali sia operative. Lo dico perchè capita sempre più spesso di sentire di team che vogliono sviluppare un sito o un’applicazione per smarthphone ma nemmeno uno sa programmare e quando si presentano c’è un CEO (Chief Executive Officer), un CTO (Chief Technical Officer) e un CFO (Chief Financial Officer) ma alla fine nemmeno uno di loro programma il sito o, ancora più semplicemente, risponde al telefono quando chiama il cliente incazzato perchè il programma non funziona. Rassegnatevi al fatto che un solo programmatore dotato di spirito di volontà e la giusta mentalità è anni luce più avanti di un team di soli aspiranti direttori.

Con questo articolo spero di aver fatto un minimo di chiarezza a coloro che intendono partire con una attività “self started”. Lo scopo non è affatto quello di fargli paura, anzi credo che sia molto più importante partire e rischiare di sbagliare piuttosto che passare tutta la vita a pianificare nei minimi dettagli qualcosa che poi non partirà mai per eccesso di prudenza. Nessuno è mai diventato famoso e nemmeno ricco per aver pianificato bene qualcosa che non ha mai realizzato!

…ovviamente ogni commento è benvenuto…

Quanti sono i lavoratori autonomi nel mondo?

Nelle ultime settimane gli articoli sul lavoro autonomo, in particolare legato a tematiche di social media e consulenza di marketing, sono in rapida crescita così ho voluto cercare un grafico che mettesse in mostra il numero di lavoratori autonomi in Italia rispetto al resto del mondo.

Come è possibile vedere, l’Italia ha un numero di lavoratori freelance decisamente maggiore rispetto agli Stati Uniti d’America ed anche rispetto alla media europea. I dati sono forniti dalla Banca Mondiale e presentati graficamente da Google Public Data.

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